Ci rituffiamo ancora una volta nella stagione 91/92, quella più paradossale per i tifosi dei Napoli: l’addio di Maradona, una reputazione da difendere e soprattutto, quella voglia di lasciarsi alle spalle le beghe societarie estive. A guidare i partenopei, quell’anno, c’era Claudio Ranieri.
Erano rimasti Alemao, Careca, Galli e Ferrara ma il calciomercato non era stato all’altezza delle aspettative e la sconfitta in Coppa Italia ad ottobre contro la Roma (Lo Bello protagonista) gridava ancora vendetta (il romanista Rizzitelli realizza un rigore molto generoso).
A febbraio, al San Paolo, arrivava una Cremonese impavida. I lombardi volevano portare a casa qualche punto dalla trasferta di Fuorigrotta, sfruttando anche il momento particolare degli azzurri (vittorie e pareggi al limite della sofferenza sportiva). Il piano predisposto da Giagnoni prevedeva una difesa corta accompagnata da un rapido contropiede, affidato soprattutto alla velocità di Zotti.
La tattica lombarda durò solamente 23 minuti fino a quando il fantasista del Napoli, il nuovo 10 e (quasi) idolo del San Paolo, segna la prima rete dell’incontro.
Zola, l’eroe nuovo di Fuorigrotta, apre le danze e il Napoli dilaga. Il tempo di tirare un sospiro di sollievo per la conclusione imprecisa di Zotti che al 27esimo, Blanc raddoppia. 2 a 0 al San Paolo e tifosi in delirio.
Comincia la ripresa e Careca prova a scrivere il suo nome sul tabellino dei marcatori, ma Rampulla gli nega la gioia della rete. La Cremonese cala e intorno all’ora di gioco, dagli sviluppi di calcio d’angolo, Blanc svetta più in alto di tutti e segna la sua personale doppietta.
La cronaca di quella giornata finisce con lo striscione che sancì, una volta e per tutte, l’amore tra il tuttocampista francese e il popolo partenopeo.
Nonostante le varie difficoltà, il Napoli (con questa vittoria) era in scia del quartetto di testa.