Le Dieci Opinioni dopo Napoli-Lazio

Gol, statistiche, numeri, curiosità e altro nella rubrica delle dieci opinioni… dopo Napoli-Lazio

Basta il gol di Vecino per regalare la gioia della vittoria all’ex tecnico del Napoli Maurizio Sarri che porta momentaneamente al secondo posto la sua Lazio. Battuta d’arresto per il Napoli che subisce la seconda sconfitta in campionato dopo quella contro l’Inter a San Siro lo scorso 4 gennaio.

Le dieci opinioni

1. IL GOL DELLA LAZIO: Uno come il gol della Lazio. Dall’errore di Kvara che spazza centralmente nasce un tiro chirurgico di Matias Vecino che la mette all’angolino basso e segna l’unico gol del match, quello che, basta poi per far vincere i suoi.

2. I TIRI: Due come i tiri in porta dei partenopei Il Napoli è una squadra che mediamente compie circa 6 tiri in porta a partita. Nel match di ieri gli azzurri hanno centrato lo specchio soltanto due volte: Zielinski nel primo tempo e Kim nel secondo x

3. I PUNTI: Tre come i punti conquistati da un’ottima Lazio che ha messo in difficoltà il Napoli come poche altre squadre ci erano riuscite quest’anno. Tre, anche come i punti persi dagli azzurri che sicuramente si vorranno rifare già a partire dal prossimo match, Napoli-Atalanta di sabato prossimo.

4. I CARTELLINI: Quattro come i cartellini gialli del match, due a sfavore del Napoli (Osimhen ed Elmas) e due contro la Lazio (Patric e Marusic). In totale i falli commessi dai partenopei sono stati 13 e dai laziali 8.

5. LE SOSTITUZIONI: Cinque come i cambi effettuati da Spalletti durante il match: Elmas, Politano, Simeone, Ndombelé e Zedadka. Purtroppo, almeno questa volta, i cambi non hanno portato l’effetto sperato. Nonostante l’ingresso di forze fresche gli azzurri non sono comunque riusciti a ribaltare il match.

6. IL POSSESSO PALLA: Sei…anzi sessantacinque (65%) come la percentuale di possesso palla degli uomini di Spalletti contro il 35% della Lazio di Sarri. L’elevata percentuale di possesso palla e passaggi (656 contro i 315) non ha portato i frutti sperati da Spalletti, complice soprattutto la preparazione perfetta che Sarri ha dato ai suoi in vista del match al Maradona.

7. KVARATSKHELIA: Sette…anzi settantasette (77) come il numero di maglia di Khvicha Kvaratskhelia. Nonostante l’errore difensivo che ha portato al gol della Lazio, il georgiano è stato comunque tra i più propositivi. Suo il cross per Osimhen che di testa colpisce la traversa al 79’. Una delle poche sufficienze.

8. UN’IMPRESA: Otto come gli anni passati dall’ultima vittoria della Lazio a Napoli. Era maggio 2015 quando la Lazio vinse per 4 reti a 2 al San Paolo di Napoli. Quella partita fu cruciale: gli azzurri non si qualificarono in Champions League e furono proprio i laziali a blindare il terzo posto (all’epoca solo le prime tre squadre avevano l’accesso alla Champions League).

9. I PETARDI: Nove come i petardi (oltre agli innumerevoli fumogeni e non solo) che hanno lanciato i tifosi laziali verso la Curva A. Un ragazzo credendo si trattasse di un fumogeno ha raccolto un petardo che gli è scoppiato fra le mani. Il giovane è stato trasportato in ospedale ma fortunatamente le sue condizioni non sembrano essere gravi. La delusione per la sconfitta è lecita ma la rabbia è ancor più grossa se non 2023 succedono queste cose negli impianti sportivi. Ma se al Maradona l’accesso delle bandiere, fumogeni ed altro materiale coreografico che potrebbe essere “contundente” o lesivo è proibito, come è possibile che i tifosi della Lazio hanno introdotto all’interno dello stadio un numero, anche piuttosto elevato, di oggetti vietati ai tifosi del Napoli? Una domanda dobbiamo farcela, in attesa di risposte e nella speranza che ciò possa non riaccadere più…

10. I TIFOSI: Dieci come il voto che, almeno per questa volta, non meritano i tifosi azzurri. Uno stadio spento con pochi cori e poco entusiasmo nonostante il periodo di gioia che la squadra sta vivendo. A tratti si sentivano solo i tifosi ospiti e ciò deve far riflettere. Paradossalmente, nelle scorse partite giocate in trasferta il tifo era più caldo e vicino ai giocatori ed alla squadra. L’impressione è che una partita di calcio sta diventando sempre più un “evento” da seguire, un’”esperienza”, quasi come se fosse uno spettacolo teatrale o un concerto anziché un vero e proprio campo di battaglia e ciò, ai tifosi più romantici e passionali, fa male.